"Signori non ho parole siamo di fronte all’impresa più criminale che sia avvenuta in Italia». Fu questa l’espressione pronunciata dal Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, a poche ore dalla strage Lo scoppio della bomba, avvenuto alle 10 e 25, provocò il crollo della sala d’aspetto della seconda classe gremita di passeggeri in partenza per le vacanze, del bar, di circa 30 metri di pensilina; l’onda d’urto investì un treno in sosta sul primo binario proveniente da Ancona e diretto a Basilea. 85 morti e duecento tra feriti e mutilati."
Oggi ricorre la strage di Bologna... sono emozionato...quel giorno ero li a spalare...in quel periodo facevo il militare a Bologna (caserma Perotti 37°R)...quattro giorni prima avevo conosciuto una ragazza di Zurigo che doveva ripartire quel giorno a quell'ora con quel treno, al binario 1...fu un puro caso...il giorno prima aveva deciso di rimandare per rimanere altri due giorni a Bologna
Il due agosto un'allarme in caserma ci avvisò che dovevamo prepararci per intervenire alla stazione di Bologna . Davanti a me dolore e immagini strazianti. Bologna si svegliò dal torpore di agosto e mise a sua disposizione tutto quello che poteva dare...città straordinaria. Intanto noi militari i pompieri e altri scavavamo e portavamo i morti su autobus adibiti a trasporto morti e feriti. Ogni volta che passo a bologna alzo gli occhi verso quell'orologio fermo alle 10 e 25... un ricordo indelebile.
Fratello mio, io pure quel 2 agosto ero li con te:
RispondiEliminaDivisione Folgore / XI Battaglione M.O. Calzecchi, di Ozzano Emilia. Quella mattina suonò l'allarme, non si sapeva cosa fosse accaduto. Il giorno prima, il Capitano Ribetto mi aveva stracciato la licenza per tornare a casa: mancava gente per fare la guardia e ad agosto il pericolo di mancato rientro di qualche collega rischiava di mettere in crisi l'organico. Mi ha salvato la vita, dovevo essere su quel treno vicino alla banchina fotografato 100 volte. Ci trasportarono li in tenuta da guerra: maschera antigas, Fal e 2 caricatori. Una volta scesi in stazione ci ritirarono le armi e ci diedero pale, picconi e una misera mascherina usa e getta di carta verdina, di quelle da chirurgo. Come tutti i ventenni che erano li volontari come me, ho visto il gran cuore di Bologna. Ma la mia ingenuità dell'epoca è rimasta sepolta li. Ogni anno non posso non ricordare. Come tutti.
ciao bruno...forse ci siamo visti e condiviso...un abbraccio
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