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mercoledì 17 aprile 2013

Italia Paese di Viti

Viti Vitigni e Tecniche di produzione del vino

Chi viaggia attraverso la nostra penisola in macchina o in treno, resta spesso stupito nel vedere quanta uva si coltiva in pianura ed in collina: pergole a ridosso delle case di campagna, filari alti ed impettiti o viti che si sdraiano su reti dove fioriscono e fruttificano a due metri  dal suolo o ancora piccole viti con fusto basso come quelle che si usano in collina. Sono tipi diversi di allevamento alcuni dei quali consentono in gran parte la raccolta meccanica dell’uva. La vite ha trovato in epoca moderna le condizioni adatte per svilupparsi e diffondersi dove il clima è abbastanza mite,fuori dai valori massimi e minimi di temperatura. Non meno di 15 gradi e non più di 30 gradi e non oltre gli 800 metri. Nelle regioni subalpine le viti però si sono adattate alle condizioni ambientali e quindi sopportano meglio il freddo. La guida viticola italiana, traccia ufficialmente la mappa (se non erro) di 330 vitigni cioè di varietà coltivate di viti, ma la loro diffusione varia molto da vitigno a vitigno. “Il 71% della superficie mondiale coltivata a vigneto è localizzata in Europa e,dopo la Spagna, il nostro paese è al secondo posto nella classifica delle superfici a vite con l’11% del totale”. Ad esempio il Merlot è diffuso in 53 provincie; il Barbera in 68. Non si deve pensare però che un vitigno più diffuso sia anche di qualità migliore. Il petit Rouge della Valle d’Aosta ad esempio è un vitigno di pregio, si trova in una sola provincia,quella di Aosta, e il Picolit si trova solo nel Friuli Venezia Giulia. Per avere uve selezionate adatte per questo o quel vino il lavoro non è semplice:viene preparato addirittura una specie di identikit. Si descrive la vite in ogni sua parte per poter riconoscere e fare identificare la specie. Quasi una radiografia (il termine tecnico è ampelografia) per sapere tutto su di una vite e distinguerla dalle altre. Un lavoro complicatissimo. La composizione del terreno poi è importantissima per la coltura della vite: la presenza di sabbia,argilla,limo, l’acidità del terreno insieme al contenuto in calcare, azoto, fosforo, potassio, diventano determinanti per la scelta della sistemazione di un vigneto. Gli elementi che rendono un terreno adatto alla vite son più frequenti in collina che in pianura ed il risultato si ritroverà nel vino. Negli ultimi venticinque anni sono avvenute notevoli trasformazioni sia nella coltura della vite sia nella produzione di vino. L’ammodernamento della vigna ad esempio è avvenuto attraverso una selezione accurata sulla tipologia specifica del vitigno. Per queste selezioni sono oramai mobilitati istituti agrari e tecnici in tutto il mondo. In altri casi si sono aumentate le piante coltivabili per ettaro e così dalle tradizionali 2500 si è passati alle 4000 e più. Regolando la potatura si può ottenere per ogni ettaro di vigna, una resa simile in uva, ma più zuccherina perché limitata per ogni ceppo della vite. Quando poi dalla vigna si passa alla produzione vera e propia del vino, le innovazioni sono state ancora maggiori. Ad esempio si sono introdotte moderne pigiatrici che hanno sostituito la tradizionale immagine del tino ove uomini e donne schiacciano i grappoli con i piedi. Oggi tra l’altro si usano vasi vinari di acciao inossidabile che garantiscono una fermentazione perfetta ed una conservazione sterile di questa bevanda. Ma per l’invecchiamento di molti vini rossi di qualità restano insostituibili le tradizionali botti di legno (rovere,frassino,castagno), di varie dimensioni,compresi i barili di circa 2 ettolitri (barrique), a seconda dei risultati tecnici che si vogliono raggiungere prima dell’imbottigliamento. Tutto quello che un tempo si lasciava solo alla natura, oggi viene pilotato dalla tecnologia affinché il risultato migliori sempre dal punto di vista della qualità. Una cura particolare viene riservata al processo di affinamento dei vini bianchi in bottiglia. Le tecniche introdotte in Italia hanno delineato un vero stile italiano che fornisce vini bianchi freschi, fruttati,soavi. Questa nuova immagine si è diffusa in tutto il mondo aggiungendo valore ai nostri prodotti. Il vino dunque può definirsi come frutto della tradizione ma anche delle nuove tecnologie.

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