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lunedì 7 ottobre 2019

Il riscaldamento globale sta cambiando il sapore del vino

Gli antichi archivi della Borgogna hanno permesso di ricostruire che per colpa del caldo la vendemmia avviene ormai quasi sempre con diverse settimane di anticipo, rendendo lo chardonnay sempre più pesante e alcolico

Quella del 1540 fu un'estate rovente sulle colline della Borgogna coltivate a vite. Un caldo "quasi insopportabile", racconta una cronaca dell'epoca.

In effetti quell'anno fece molto caldo in tutta Europa. I ghiacciai sulle Alpi si sciolsero e i loro fronti si ritirano in valli scoscese. Gli incendi divamparono dalla Francia alla Polonia. E nella regione vinicola della Francia centrale i grappoli appassirono sulla pianta fino quasi a diventare uva passa, così zuccherina che il vino risultò super-alcolico.

Di solito i vignaioli raccoglievano l'uva dalla fine di settembre agli inizi di ottobre. Ma quell'anno dovettero precipitarsi per togliere dalla pianta i grappoli troppo maturi diverse settimane prima del solito.

Oggi, un archivio che contiene le date dei periodi di vendemmia degli ultimi 700 anni nella città di Beaune, in Borgogna, evidenzia come la raccolta precoce del 1540 sia oggi la normalità a causa del cambiamento climatico. Scienziati e storici hanno messo insieme una lunga serie che parte nel 1354 per scoprire che l'aria si è riscaldata così tanto - soprattutto negli ultimi 30 anni - che oggi l'uva viene raccolta quasi due settimane prima rispetto alla media
storica.

"Abbiamo osservato con chiarezza il modo in cui i frutti reagiscono all'aumento delle temperature", dice Thomas Labbé, storico all'università di Lipsia. E questa reazione incide sullo stesso vino.




1 commento:

  1. Beh si non credo solo sul vino ma anche su altre varietà di frutta e verdura

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