Nei supermercati ce n'è per tutti i gusti: intero, scremato,
“alta qualità”, a lunga conservazione, senza contare quello dedicato agli
intolleranti, che ormai si è conquistato uno scaffale tutto per sé. Il latte è
sempre uno degli cibi più amati dagli italiani, che nel 2013 (dati Ismea) hanno
speso 313 euro a testa per berlo o consumarlo sotto forma di formaggi, yogurt e
altri prodotti caseari. Soldi ben spesi per un alimento completo: fornisce
proteine, zuccheri, acidi grassi e vitamine.
Ogni giorno possiamo acquistarne mille varianti, tranne una,
che è più difficile da trovare: il latte crudo. Un prodotto che divide: più
saporito e nutriente, ma anche più rischioso. Tra il 2004 e il 2008 ha
scatenato battaglie tra scienziati, consumatori e anche partiti
politici. Fino a cinque anni fa era facile trovare, nelle nostre città, qualche
distributore automatico o una rivendita diretta. Oggi, secondo il ministero della Salute i distributori sono poco più di
mille su tutto il territorio. Un tracollo di cui spiegheremo i motivi.
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