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Visualizzazione post con etichetta Notizie dal mondo nel 2015. Mostra tutti i post
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martedì 15 dicembre 2015

Dietrofront sulla dieta vegetariana, nemica ambiente




Studio Usa, lattuga tre volte più dannosa della pancetta

15 dicembre, 11:0 ANSA
Dietrofront sulla dieta vegetariana, è 'nemica' dell'ambiente (fonte: liz west)Mangiare lattuga è tre volte più dannoso per l'ambiente che mangiare pancetta. Stesso discorso per melanzane, cetrioli e sedano, meno ecosostenibili della carne di pollo e di maiale. A parità di calorie, infatti, la loro produzione consuma più acqua ed energia, producendo più gas serra. E' quanto dimostrano i ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania, in uno studio destinato a riaccendere le polemiche tra vegetariani e 'carnivori'.

Le loro stime, pubblicate sulla rivista Environment Systems and Decisions, dimostrano infatti che le diete vegetariane e quelle più salutiste (che privilegiano frutta, verdura e pesce) hanno un impatto ambientale più pesante rispetto a quanto ipotizzato finora. Prendendo in esame le tipiche abitudini a tavola degli americani, i ricercatori hanno provato a calcolare le risorse necessarie per la produzione, il trasporto, la vendita e la conservazione casalinga dei prodotti alimentari, in termini di acqua, consumo energetico ed emissione di gas serra. 

Quindi hanno provato a rifare i conti, per vedere cosa potrebbe accadere seguendo le raccomandazioni per una dieta più sana elaborate dal Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti (Usda): un maggior consumo di frutta, verdura, latticini e pesce finirebbe con l'aumentare i consumi energetici del 38%, mentre l'acqua utilizzata salirebbe del 10% e le emissioni di gas serra del 6%.

''C'è una complessa relazione tra alimentazione e ambiente'', spiega la ricercatrice Michelle Tom, dottoranda in ingegneria civile e ambientale. ''Ciò che è buono per la nostra salute - aggiunge - non è sempre buono per l'ambiente ed è importante che ne siano consapevoli quei decisori che elaborano le linee guida per l'alimentazione''.

venerdì 20 novembre 2015

Cancro, Oms fa dietrofront sulla carne rossa? Attendiamo il 2016 con i dati definitivi

GINEVRA (WSI) – Pochi giorni fa ha lanciato la bomba e ora ritratta tutto. O quasi. Parliamo dell’allarme che l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha dato di recente in merito alle carni rosse lavorate inserite nella lista di alimenti potenzialmente cancerogeni. Un duro colpo ai carnivori di tutto il mondo che però oggi possono tirare un sospiro di sollievo.
Kurt Straif, responsabile del Programma monografie dello Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, un braccio operativo dell’OMS, ha affermato che l’annuncio non era allarmista. I rischi ci sono ma i risultati finali ancora non sono stati dati.
“Non era allarmista l’annuncio sul pericolo di sviluppare tumori mangiandocarni rosse e lavorate (…) “Sì, ci sono dei rischi ma i risultati finali dello studio, pubblicato sulla rivista Lancet Oncology, saranno resi noti soltanto a metà del 2016”.

mercoledì 4 novembre 2015

Svolta vegana per birra Guinness,no a colla pesce per filtri

Svolta vegana per la Guinness, birrificio irlandese conosciuto per l'omonima birra scura (o stout): dopo 256 anni di storia, la società smetterà di utilizzare la colla di pesce nei suoi filtri per la birrificazione. "Stiamo facendo degli sforzi per migliorare ulteriormente i nostri prodotti", ha dichiarato un portavoce della Guinness al Times, anticipando la volontà di utilizzare un nuovo impianto di filtraggio vegan-friendly. Lo storico birrificio ha colto la forza del movimento vegan e la sua mobilitazione sui social network per eliminare la colla di pesce, ricavata dalla vescica natatoria dei pesci
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mercoledì 28 ottobre 2015

Carni rosse il mondo contro l’Oms

Dal Regno Unito all'Australia, piovono critiche sul documento presentato dall'Iarc. Il ministro dell'Agricoltura australiano: "Una farsa". Usa: "Dati torturati"



CHI DEFINISCE il documento dell'Iarc 'una farsa' ma anche a chi accusa l'agenzia di aver 'torturato i dati', nel mondo sono molti i pareri contrati alla decisione di inserire la carne nell'elenco delle sostanze cancerogene. A dare fastidio ai produttori ma non solo è soprattutto l'accostamento al tabacco e ad altre sostanze pericolose.

"Non bisognerebbe confrontare salsicce e sigarette - ha affermato a una radio di Sidney il ministro dell'Agricoltura australiano Barnaby Joyce - e questo rende tutta la faccenda una farsa". A fargli eco è l'associazione Meat and Livestock Australia, secondo cui 'il consumo di carne rossa fa parte di una dieta salutare e bilanciata".

Molte le critiche anche dagli Usa, dove il  North American Meat Institute, che rappresenta i produttori di carne lavorata, accusano la Iarc di 'aver torturato i dati per ottenere un risultato preciso". Dello stesso tono il commento della Chamber of Food and Beverage Industry di Hong Kong, secondo cui 'l'Oms non ha fatto distinzioni tra gli additivi".

Anche l'associazione Cancer Research Uk ricorda che la pericolosità della carne lavorata è comunque inferiore a quella delle sigarette, al punto che se tutti i britannici smettessero di fumare si avrebbero 64mila morti in meno l'anno, mentre se smettessero di amngiare carne rossa e lavorata le vite salvate sarebbero 9mila.

"E' ovvio che la questione è quanta se ne mangia - sottolinea Umberto Tirelli, direttore scientifico del Cro di Aviano -, ma tutto il discorso va messo nel giusto contesto, cioè che viviamo in un mondo in cui un miliardo di persone non ha cibo sufficiente. Noi abbiamo un problema di abbondanza che andrebbe affrontato nelle scuole, insegnando l'importanza della dieta mediterranea".
(Ansa)

martedì 27 ottobre 2015

La carne lavorata provoca il cancro,Oncologi: «No agli allarmismi»


Lo IARC inserisce le carni salate, essiccate, affumicate tra gli agenti che provocano tumori. L’esperto: serve misura, si può mangiare carne rossa una/due volte a settimana

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, massima autorità in materia di studio degli agenti cancerogeni che fa parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), ha inserito le carni rosse e lavorate fra le sostanze che possono causare il cancro negli uomini. Come si legge nella pubblicazione appena rilasciata sulla rivista scientifica The Lancet Oncology, dopo aver revisionato oltre 800 studi epidemiologici che indagavano l’associazione fra carni rosse e insorgenza di cancro in tutto il mondo, il team IARC (22 esperti provenienti da 10 Paesi) ha deciso di catalogare fra i cancerogeni certi (gruppo 1) «sulla base di sufficienti evidenze che le legano al tumore del colon, le carni rosse lavorate, ovvero quelle salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione. Inoltre un legame è stato individuato anche con il tumore allo stomaco». Il consumo di carne rossa (per esempio manzo, maiale, vitello, agnello, montone, cavallo o capra) è stato invece inserito nella lista dei probabili carcinogeni per l’uomo (gruppo 2°), «in considerazione dei numerosi e rilevanti dati che dimostrano un’associazione positiva fra carni rosse e soprattutto cancro al colon, ma anche tumori di pancreas e prostata».
«Alimento con alto valore nutrizionale»
Gi stessi esperti IARC che hanno a inserito le carni rosse e lavorate fra le sostanze che possono causare il cancro negli uomini, però, invitano alla moderazione : «La carne rossa contiene anche proteine e micronutrienti importanti (come la vitamina B, il ferro e lo zinco) - sottolineano nella loro pubblicazione sulla rivista scientificaThe Lancet Oncology -. Inoltre il contenuto di grassi dipende dalla specie dell’animale, dall’età, dal sesso, da come è stato allevato e nutrito. E, infine, dal taglio della carne. Inoltre, anche per quanto riguarda la cottura, è bene fare delle differenze e ricordare che l’essicazione o l’affumicamento di tutti i cibi (dunque carne inclusa) possono portare alla formazione di agenti chimici a loro volta cancerogeni. Fritture, barbecue, grigliate sono generalmente più pericolosi per le sostanze che si possono sprigionare rispetto ad altri metodi di preparazione». «Per una persona il rischio di sviluppare il cancro del colon-retto a causa del consumo di carne rimane basso, ma aumenta se si esagera con le quantità - ricorda Kurt Straif, a capo dell’IARC Monographs Programme -. In considerazione però del gran numero di persone che nel mondo mangiano giornalmente questo alimento, l’impatto globale sull’incidenza dei tumori è un fattore importante per la salute pubblica». «I risultati del gruppo di lavoro devono far riflettere sulla possibilità di rivedere le attuali raccomandazioni sui limiti all’assunzione di carne - sottolinea Christopher Wild, direttore dell’IARC -. Allo stesso tempo però questo alimento ha un alto valore nutrizionale. Quindi è essenziale che i governi e le agenzie regolatorie internazionali intervengano per bilanciare i rischi e i benefici del consumo di carne rossa e lavorata e forniscano le migliori raccomandazioni dietetiche alla popolazione».
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mercoledì 14 ottobre 2015

Dieta senza glutine sempre più in voga

Dieta senza glutine sempre più in voga anche tra non celiaci

Esperto Gemelli, sensibilità al grano disturbo ancora dubbio

Sempre più italiani eliminano i prodotti contenenti glutine (la proteina del grano) dalla tavola senza essere intolleranti né allergici; molti per una "sensibilità" al glutine ancora non ben definita.

E' emerso nel corso di un forum scientifico promosso dall'Università Cattolica in occasione della giornata dedicata al mondo del senza glutine.

Escludere la proteina del grano dalla dieta pur non essendo intolleranti è divenuto uno stile alimentare 'di moda', spiega Italo De Vitis gastroenterologo del Policlinico Gemelli; si parla di 'sensibilità al glutine ma l'esistenza di questo disturbo - ben diverso da intolleranza (celiachia) o allergia - resta da verificare come pure la sua reale diffusione.

lunedì 5 ottobre 2015

Vendemmia anche sui francobolli, illustrate 15 DOCG





(ANSA) - ROMA, 2 OTT - E' stagione di vendemmia e anche i francobolli si occupano di vino: il 10 ottobre prossimo, infatti, sara' emessa la quarta serie di francobolli italiani dedicata ai vini DOCG, cioe' a denominazione di origine controllata e garantita. Si tratta - come nelle precedenti serie del 2012, 2013 e 2014 - di 15 francobolli autoadesivi (quest'anno con il nuovo valore nominale di 95 centesimi) dedicati ciascuna ad un diverso vino. Immutata anche la veste grafica con ciascuna vignetta caratterizzata da un grappolo d'uva e una veduta dei vigneti dell'area interessata.

A fare la parte del leone è il Piemonte che ottiene in questa tornata 5 francobolli per altrettanti vini: Asti, Dolcetto di Diano d'Alba, Gavi, Ghemme, Ovada. Segue con quattro vini il Veneto: Friularo di Bagnoli, Asolo Prosecco Superiore, Lison, Recioto della Valpolicella. Per la Toscana sono presenti l'Elba Aleatico Passito e il Chianti Classico. Con un solo vino figurano poi la Campania (Fiano di Avellino), la Lombardia (Valtellina Superiore), le Marche (Verdicchio di Matelica) e la Puglia (Castel del Monte Rosso Riserva). Il bollettino illustrativo dell'emissione sara' firmato dal ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina. Con la ''puntata filatelica'' del 10 ottobre prossimo, le 4 serie di francobolli enologici emesse dall' Italia toccheranno quota 60 vini sui 73 vini DOCG riconosciuti. (ANSA)

martedì 22 settembre 2015

Triticum monococcum

Triticum monococcum è l'antenato del farro e, 
secondo uno studio del CNR, contiene un glutine più leggero. 
Che potrebbe migliorare la vita di molti (ma non dei celiaci)


C'è glutine e glutine. Secondo una recente ricerca del CNR, 
quello contenuto nel grano monococco è più digeribile 
rispetto a quello del grano tenero e della semola. 
Il monococco (o Triticum monococcum) è l'antenato dell'attuale farro, 
un grano antichissimo che, secondo gli autori dello studio, 
potrebbe migliorare la vita di chi, pur essendo geneticamente predisposto, 
non ha ancora sviluppato la celiachia.

lunedì 7 settembre 2015

Gli schiavi dell'uva



Dal Piemonte al Sud, ecco come vivono gli schiavi della vendemmia

Piegati sui filari sotto il sole che arde i campi a 35 gradi. Per dodici ore filate: dalle sette alle 19. A raccogliere grappoli a ritmi forsennati, perché quando l’uva è matura non si può aspettare. E finito il lavoro, la sera, nessun posto dove dormire: «Come ieri, anche oggi mi tocca passare la notte in strada», dice Stoil, bulgaro cinquantenne, barba lunga e piedi sporchi di terra e di acini. Sua moglie è stata più fortunata: ha trovato una branda, una doccia e una razione di tonno e biscotti grazie all’accoglienza gratuita messa in piedi da tre volontari della Caritas. Ma ci sono posti solo per venti persone. Gli altri, niente.
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martedì 21 luglio 2015

Scoperto il più antico allevamento di pollame




Scoperti in Israele i resti del più antico allevamento di pollame: si trova nel sito di Maresha, vicino ad un'antica via commerciale nel sud del Paese, e risale al periodo compreso tra il IV e il II secolo avanti Cristo. I ricercatori dell'Università di Haifa vi hanno trovato numerose ossa di galline ovaiole e di polli, su cui sono impressi gli evidenti segni della macellazione.
I reperti, descritti sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas), segnano un passaggio fondamentale della storia, e cioè l'inizio dell'allevamento dei polli a scopo commerciale.

giovedì 26 marzo 2015

wine beauty



VERONA - Il bagno nel vino ha dato il via al wellness dalla campagna, ora è un fiorire di prodotti di belelzza, dal dopobarba all'Amarone alle creme alla linfa di vite, scrub agli scarti di potatura, gel di uva rassodante,  crema antietà allo spumante e shampoo al vino rosato. E' diventato un vero boom business il "wine beauty" con il variegato e curioso diffondersi dl prodotti di bellezza derivati dalla vigna. 

E' quanto afferma la Coldiretti che ha inaugurato una esposizione dedicata al "Wine beauty" al Vinitaly. La linea di bellezza "dalla vigna al benessere" - afferma la Coldiretti - nasce dall'intuizione e dall'amore di chi da sempre è a diretto contatto con il mondo dell'enologia e ne conosce perfettamente, oltre alle qualità e al gusto anche le proprietà cosmetiche derivanti dal principio base dell'uva: il polifenolo ma anche dalla linfa della vite o dagli scarti della potatura in modo da prendersi cura del corpo. Le novità a base di vino - afferma la Coldiretti - sono tantissime, con molti agricoltori che si rimboccati le maniche reinventandosi il lavoro dei campi dando vita ad una nuova professione, quella dell'"agristetista". Questo nuovo lavoro - afferma la Coldiretti - infatti - non solo permette alle aziende di diversificare la propria attività, ma consente anche al consumatore amante del benessere di avere nuove opportunità tutte naturali.
Notizia ANSA "terra e Gusto"

mercoledì 18 febbraio 2015

Multati 4 produttori di patatine fritte per pubblicità ingannevole

Patatine fritte



Patatine fritte nel mirino dell'Antitrust. L'autorità ha sanzionato 4 big del settore, San Carlo, Amica ChipsPata e Ica Foods, con una multa complessiva di 1 milione per pubblicità ingannevole. In particolare, per caratteristiche nutrizionali o salutistiche non corrette o "vanti di artigianalità" per prodotti in realtà industriali. L'Antitrust, informa una nota, ha agito sulla base di diverse denunce di privati e dell'Unione nazionale consumatori e ha deciso di sanzionare per 350.000 euro il gruppo "San Carlo" (il cui testimonial è lo chef stellato Carlo Cracco), per 300.000 "Amica chips" (famosissimo lo spot con Rocco Siffredi), per 250.000 "Pata" e per 150.000 "Ica Foods".
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venerdì 30 gennaio 2015

Il vitigno più antico del Mediterraneo occidentale

Vino, scoperto in Sardegna il vitigno più antico del Mediterraneo occidentale

Semi di vernaccia e malvasia risalenti a circa tremila anni fa ritrovati nel pozzo che faceva da 'frigorifero' a un nuraghe nelle vicinanze di Cabras. La prova del carbonio 14 effettuata dal Centro conservazione biodiversità dell'Università di Cagliari conferma la datazione e fa ritenere che la coltura della vite nell'Isola fosse conosciuta sin dall'età del bronzo

ROMA - Una scoperta che riscrive la storia della viticultura dell'intero Mediterraneo occidentale. A farla gli studiosi dell'Università di Cagliari. L'équipe archeobotanica del Centro Conservazione Biodiversità (CCB), guidata dal professor Gianluigi Bacchetta, ha rinvenuto semi di vite di epoca Nuragica, risalenti a circa 3000 anni fa. E ha avanzato l'ipotesi che in Sardegna la coltivazione della vite non sia stata un fenomeno d'importazione, bensì autoctono.

Sino ad oggi, infatti, i dati archeobotanici e storici attribuivano ai Fenici, che colonizzarono l'isola attorno all'800 a.C., e successivamente ai Romani, il merito di aver introdotto la vite domestica nel Mediterraneo occidentale. Ma la scoperta di un vitigno coltivato dalla 


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lunedì 12 gennaio 2015

Foie gras torna su tavole California

- NEW YORK - Gli amanti del foie gras cantano vittoria: il pregiato fegato d'oca torna sulle tavole californiane, dopo che un giudice federale ha cancellato la controversa legge che lo bandiva dai menu dei ristoranti. Ma mentre alcuni chef si preparano a festeggiare con cene a tema, gli animalisti sono pronti a dare ancora battaglia. 
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