È stato uno dei più importanti artisti del
Novecento. Si definiva 'Il principe dell'oscurità' e con le sue pre-visioni
musicali ha anticipato stile e correnti non solo in ambito jazz. Il ritratto di
un artista divorato dalla creatività e dalla solitudine
Dalla morte di Miles Davis è già passato un
quarto di secolo, 28 settembre 1991. Ma nulla sembra cambiato: la sua - come
quelle di Jelly Roll Morton, Scott Joplin, Beiderbecke, King Oliver, Armstrong,
Ellington, Monk, Coltrane e Ornette Coleman, tanto per fermarsi al jazz - è una
di quelle presenze che non trascorrono mai, e neppure si attenuano, nel fluire
del tempo. È come ne restassero fuori. Anzi è esattamente quel che fanno:
destino comune di tutti i classici. Per i quali le graduatorie non han senso alcuno:
in quelle terre vale solo il gusto personale, qualunque scelta in quei cieli ha
diritto di cittadinanza.
Nessun commento:
Posta un commento